Architetti a Grosseto - Piazza Dante e l'edifico del comune di Grosseto


Testo Tratto dal Quotidiano la Nazione 1977

Qui lavorò il piccone
Ecco un angolo della città totalmente scomparso, e cioè la piazzetta che si apriva un tempo davanti alla facciata della Cattedrale, e dove il piccone
demolitore cancellò nell'800 un vecchio e fatiscente edificio dove erano abitazioni e negozi, il quale impediva un diretto collegamento tra il Corso Carlo
Alberto (oggi Carducci) e la piazza Vittorio Emanuele II (oggi Dante).

Rivediamo l'edificio scomparso nelle foto pubblicate a sinistra e sopra (che furono eseguite prima del 1870) le quali mostrano anche il vetusto Palazzo dei Priori
che fu vittima del piccone demolitore nel nostro secolo. Nei primi anni del '900,al piano terra del palazzo, era l'ingresso di un lussuoso e celeberrimo Caffè,
quello del signor Pietro Largiader, che i grossetani più vecchi ricordano, e che fu per molto tempo uno dei più ricercati e mondani ritrovi cittadini. Il fatto
che davanti al locale si ritrovassero e si trattenessero in conversazione gli elegantoni della città, stuzzicò la vena poetica e l'umorismo di un bello spirito,
il quale volle fare un irriverente e ironico confronto tra la merce in vendita in una ben nota e ben rifornita salumeria del Corso Carlo Alberto e coloro
che s'intrattenevano a chiacchierare fuori del suddetto caffè. I versi che divennero popolarissimi e che furono accettati con spirito dalle stesse vittime, dice-
vano: «Da Sandrino, bottega di centro i salami si vedono dentro Da Pietrino, caffè dei signori i salami si vedon di fuori ».

Il comune costò novantamila lire
-
A destra, tra il palazzo dei Priori e la facciata del Duomo, il palazzo del Comune che fu costruito dopo l'abbattimento delle casupole che vediamo nelle foto sopra. A proposito di questi la-
vori che si svolsero nel 1870, è interessante quanto si legge nelle «Memorie di Grosseto », raccolte nei primi anni del nostro secolo dall'avvocato Giovanni Pizzetti, e conservate alla Biblioteca Chellina.
Il palazzo comunale scriveva l'illustre avvocato sorge nella piazza V. Emanuele a fianco della Cattedrale. Non è certo un capolavoro d'architettura, nè una costruzione artistica; è un palaz-
zone sgarbato che ha avuto unicamente il pregio di togliere dal centro della città un cumulo di casacce vecchie, luride e basse. L'area sulla quale venne costruito comprendeva un vecchio cimitero
abbandonato, una parte dell'antico palazzo vescovile e un'antica chiesa che fu nel XV secolo della Misericordia. Sul davanti esistevano varie botteghe alle quali si accedeva per mezzo di tre o quattro
scalini di mattoni, e che avevano tutte delle tettoie sull'arco delle porte. La fronte di questo ammasso di case indecenti si estendeva molto più avanti di quello che non sia l'attuale palazzo, per modo
che venendo dal Corso Carlo Alberto, per accedere alla piazza, dovevasi passare per un tortuoso vicoletto. Chi volesse conoscere come stessero le cose prima della costruzione dell'attuale palazzo,
trova nel Corso Carlo Alberto, sul pavimento della via, una targhetta portante il millesimo 1871, che ricorda il punto dove giungeva il vecchio fabbricato... ». Nel manoscritto dell'avvocato si trovano
altre interessanti informazioni, e tra di esse la notizia che i lavori furono appaltati nel febbraio del 1870 per la somma di 90.472 lire e che furono iniziati il 10 di ottobre, mentre infuriavano polemiche
che probabilmente portarono a qualche modifica del progetto originario: c'era, infatti, chi voleva l'ingresso del palazzo sul Corso, e chi invece lo voleva sulla piazza, come poi fu fatto. Demolite le
vecchie fabbriche, si trovò che il terreno era moltofangoso e si rese necessario posare le fondamenta su palizzate di ferro; durante gli scavi furono trovate molte ossa umane e tornarono alla luce fram-
menti di ceramiche e altri resti antichi. I lavori furono terminati nel luglio del 1872 ma gli uffici comunali, che erano nel palazzo dei Priori, furono trasferiti nella nuova sede soltanto il 15 marzo del
1873, e pochi giorni dopo, cioè il 19 marzo, fu celebrato in Comune il primo matrimonio, contratto dal signor Del Gobbo.

Tratto dalla Nazione 1977

 

Architetti a Grosseto  WWW.ARKLABS.IT

 

 

 

Richiedi una consulenza