Il cuneo salino e la salvaguardia del nostro territorio


Le azioni di tutela volte alla salvaguardia del patrimonio naturale della maremma, sono oggi più che mai indispensabili per riuscire a preservare le nostre risorse identitarie che rendono riconoscibile il nostro meraviglioso territorio e costituiscono un valore aggiunto in termini di potenzialità di sviluppo, competitività e miglioramento della qualità della vita.

Tempo di lettura: 6 min e 30 sec       Autore: Ing. Francesca R. Francorsi

Da mesi ne sentiamo parlare nei principali canali di informazione. Diretta conseguenza del problema della siccità e della conseguente carenza d'acqua nei nostri fiumi. In 5 Regioni italiane è stato diramato lo Stato di emergenza. Il riscaldamento globale e cambiamento climatico lo hanno portato con sè: il CUNEO SALINO. Ma cos è il cuneo salino? Chiamato anche intrusione salina, è l’ingresso di acqua di mare nei fiumi e nelle falde d’acqua dolce. Arrivato alla ribalta delle cronache per via dei problemi causati nel delta del Po, il cuneo salino porta con sé diversi problemi: l’acqua che prima era dolce, incontra quella salata e si ha una degradazione delle caratteristiche qualitative dell’acqua. Questa contaminazione dell’acqua crea una serie di gravi danni:

 All’irrigazione  Nell’uso potabile  Per il settore idroelettrico

Gli acquiferi della Toscana sono rappresentati nell’immagine sottostante e si tratta di falde di acqua dolce sotterranee che possono trovarsi in mezzi porosi o in roccia.

I CIS, ossia i Corpi Idrici Sotterranei della Toscana, sono stati individuati dalla DGRT 939/2009 in un numero complessivo di 66 e sono definiti sia in base alle loro caratteristiche naturali, sia all’intensità di utilizzo antropico a cui devono fare fronte.

Le acque di falda sono una risorsa di straordinaria importanza per l’approvvigionamento idrico e rappresentano la risorsa idropotabile per eccellenza: spesso infatti sono già pronte all’uso con ben poco impiego di trattamenti. Questo è dovuto al fatto che rimangono protette dall’inquinamento, a differenza delle acque superficiali. Inoltre, gli acquiferi si rendono indispensabili nel momento in cui le sorgenti utilizzate come principale risorsa idropotabile non sono più in grado di soddisfare il fabbisogno idrico locale, per via delle poche precipitazioni avvenute, e si ha bisogno di un’ulteriore disponibilità di acqua anche nei periodi di magra. Nella caratterizzazione di un acquifero i passi essenziali sono l’inquadramento geografico, geologico, idrogeologico e lo studio del regime pluviometrico nell’intorno dell’area del corpo idrico (immagine sottostante), visto che le acque di pioggia costituiscono la potenziale quantità d’acqua che va ad arricchire l’acquifero, infiltrandosi e alimentandolo.

 

Per caratterizzare fenomeni di interesse come l’intrusione del cuneo salino i passi sono principalmente 3:

1. Analisi dei dati di pioggia confrontati con i parametri chimico-fisici di temperatura, pH e conducibilità Elettrica

2. Confronto della conducibilità elettrica con la concentrazione nell’acqua campionata di alcuni ioni costituenti maggiori (es. Calcio e Cloruri) Esempio di grafico di correlazione tra ioni e conducibilità elettrica

3. Studio dei dati di campionamento relativamente alle concentrazioni ioniche dell’acqua attraverso l’uso di modelli. Il monitoraggio di queste acque viene effettuato dal SIRA dell’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) ed è pubblicato nella Banca Dati del Monitoraggio Ambientale delle acque sotterranee. Gli ioni costituenti maggiori, cioè presenti sempre e in misura apprezzabile, sono il calcio, il magnesio, il sodio, il potassio, il cloro, il solfato, il bicarbonato e il carbonato.

Oggi ci vengono in aiuto diversi diagrammi che partendo dalla conoscenza delle caratteristiche dell’acquifero, mostrano i cambiamenti nel tempo e permettono di visualizzare se vi sono cambiamenti: il diagramma di Schoeller, il diagramma di Chebotarev e il diagramma HFE di Ghimenèz-Forcada, specificatamente ideato per andare a investigare la possibile intrusione salina, attraverso l’analisi dell’evoluzione della facies idrochimica. L’associazione anione – catione dominante in un’acqua sotterranea viene definita facies idrochimica, ed è espressa con l’accoppiamento dei nomi delle specie ioniche prevalenti. La definizione della facies idrochimica è uno strumento di indagine molto utile perché consente di valutare l’evoluzione soprattutto in relazione all’ambiente geologico in cui le acque hanno circolato e con il quale hanno interagito (Tulipano e Sappa, 2012).

Qui sotto sono rappresentati gli esempi di diagramma di Schoeller, Chebotarev e HFE per studiare un acquifero.

Esempio di diagramma di Schoeller

Esempio di diagramma di Chebotarev

Esempio di grafico HFE per analizzare l’innesco e l’evolversi dell’intrusione salina

 

La potenziale e pericolosa intrusione salina, oltre ad essere causata da fenomeni naturali, è dovuta anche a fattori antropici: ad esempio, è un fattore naturale la diminuzione delle precipitazioni o l’innalzamento del livello medio marino (che si prevede continuerà ad aumentare a causa dei cambiamenti climatici), ed è un fattore antropico l’eccessivo pompaggio dell’acquifero nelle zone costiere. Gli intensi prelievi, unitamente alla diminuzione delle piogge, possono infatti creare fenomeni di ingressione dell’acqua marina in falda. I danni economici e ambientali, inutile dirlo, sono enormi. I dati climatici non sono confortanti: i primi 6 mesi del 2022 si configurano davvero come eccezionali per anomalia di precipitazioni e di temperatura, se paragonati all'andamento degli stessi parametri nel periodo gennaio giugno degli ultimi 70 anni. Lo si evince molto bene da questo grafico che propone una visualizzazione efficace per riassumere l'andamento del clima in Italia dal 1950 al 2022 nel semestre gennaio-giugno.

In Toscana il 2021 ha fatto registrare un’anomalia contenuta di temperatura rispetto agli anni precedenti (+0,6 °C) ( …), confermando il trend al rialzo osservato negli ultimi decenni. La distribuzione mensile delle anomalie è risultata molto irregolare: ad un trimestre primaverile più freddo del normale, sono seguiti un’estate e un autunno molto caldi. Anche le precipitazioni hanno avuto un andamento anomalo: i mesi di gennaio e dicembre sono risultati molto più piovosi del normale, mentre marzo, il trimestre estivo e il bimestre settembre-ottobre estremamente secchi. Nel complesso il 2021, a livello regionale, chiude con il 7% in meno di precipitazioni, deficit in gran parte ascrivibile ai settori meridionali. (Consorzio Lamma)

Una corretta gestione e salvaguardia ambientale delle risorse idriche è cruciale per mantenere sano e intatto questo territorio eccezionale, ma fragile, soprattutto nelle stagioni estremamente calde e secche. Per questo motivo è necessario un monitoraggio continuo, al fine di individuare il potenziale innesco del fenomeno di intrusione marina e poter agire tempestivamente, circoscrivendo l’eventuale propagazione del fenomeno.

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