Le Pievi: origini e testimonianze nella Maremma Grossetana


l termine “Pieve” ha origine latina, deriva da “Plebs” termine con cui, in età romana, si indicava la parte di società opposta al patriziato, ossia la plebe. Successivamente, quando il cristianesimo cominciò a farsi strada all’interno della cultura romana, il termine cambiò la sua accezione originaria andando ad indicare una comunità di credenti legati alla chiesa a cui faceva riferimento. Tra il V secolo e l’VIII secolo, il termine “pagus”, con il quale si indicava una circoscrizione territoriale rurale, venne sostituito con il termine "plebs" , luogo con al centro una chiesa omonima dotata di battistero.

Dunque inizialmente il termine “Pieve” non identificava l‘edificio ecclesiastico di per sé, bensì l’intera comunità di credenti organizzata attorno alla chiesa, configurandosi già in origine come edificio legato al mondo rurale e contadino.

Così definito nel suo significato di edificio, perlopiù rurale e di culto, il nome denota due tipologie di chiese storicamente e tipologicamente distinte:

le primitive pievi contadine alto medievali;

le più recenti pievi “comunali” del basso medioevo.

Esse, generalmente, differivano per due aspetti:

• l'ubicazione: generalmente , le pievi del basso medioevo, non erano completamente isolate e si trovavano nei pressi degli assi stradali o comunque non lontano dai centri abitati;

• la volumetria: nella maggior parte dei casi le pievi del basso medioevo erano "monoabsidate" rispetto a quelle più antiche di solito "triabsidate".

Purtroppo nella Maremma Grossetana molte delle testimonianze di tale fenomeno sono andate perdute nel corso dei secoli, di pochi se ne conservano solo le rovine e di altri ancora, invece, solo i toponimi che richiamano il santo titolare o la Pieve. In realtà, analizzando la planimetria in cui è stata eseguita la ricostruzione dei rapporti tra viabilità, nuclei laici ed ecclesiastici in età Medievale, è possibile notare come si trattasse di un paesaggio assai ricco, dominato da castelli, eremi, monasteri, pievi, chiese rurali, villaggi ed ospizi, determinatosi principalmente a partire dal fenomeno dell'incastellamento. Successivamente, a partire dal Trecento, a causa delle calamità umane e quelle naturali le perdite di tale testimonianze, via via, sono state sempre più consistenti.

Ad oggi le Pievi presenti nel territorio, sia come ruderi che come edifici restaurati nel corso dei secoli, rappresentano comunque una realtà storica ed architettonica consistente. Di seguito si riportano alcune delle più significative: la Pieve di Santa Maria a Lamula situata a Montelaterone, la Pieve di Santa Maria Assunta a Buriano, la Pieve di Santa Mustiola a Sticciano, la Pieve di San Martino a Magliano in Toscana, la Pieve di San Donato a Castel Porrona, la Pieve di Santa Maria Cristina a Rocchette di Fazio ed infine la Pieve di Santa Mustiola a Bagnoli.

 

 

 

 

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