L'intonaco a Calce, il migliore per interventi di ristrutturazione e restauro conservativo.


La buona riuscita di una ristrutturazione edile o di un restauro dipende principalmente dall'utilizzo di materiali di qualità e da una loro corretta posa, dettata dalla tecnica e dall'esperienza della tradizione costruttiva.

Nel caso degli intonaci a calce fattori come l'osservanza delle modalità d'uso, l'utilizzo di acqua e leganti idonei e la corretta modalità di posa e il rispetto dei tempi di maturazione sono aspetti fondamentali spesso non molto considerati.

Le modalità realizzative dell'intonaco concepito a più strati vengono già ben definite da Vitruvio durante il periodo Romano. L'intonaco, secondo Vitruvio, doveva essere costituito da un “rinzaffo”, con funzione di aderenza al supporto, realizzato con una parte di calce, due parti di sabbia grossa e una parte in pezzi di mattone misti a ritagli di marmo. Successivamente, quando ancora il rinzaffo era in fase di asciugatura, si provvedeva ad apporvi "l'arenato". L'arenato era costituito da tre strati di intonaco realizzati fresco su fresco con calce e sabbia (con rapporto 1 a 2) a cui era affidata una funzione di durabilità dell'intonaco nel tempo. Ancora l'architetto consigliava : "Quando siano stati applicati tre mani di arenato, si passa a stendere un'altra serie di strati": il marmorato. Al marmorato veniva affidata una funzione estetica ed allo stesso tempo di protezione nei confronti degli agenti atmosferici. Al pari dell'arenato, anche il marmorato veniva realizzato in tre strati costituiti da calce e granuli di marmo (con rapporto 1 a 2) di dimensioni decrescenti verso l'esterno. 

Oggi nonostante la riduzione dei tempi di realizzazione delle varie lavorazioni, la realizzazione di un buon intonaco e' sempre caratterizzata da tre distinte fasi: il rinzaffo (sbruffatura), l'intonaco di fondo o arriccio e la finitura.

Rinzaffo 

Il rinzaffo ha funzione di aggrappo al supporto, di livellamento e regolazione di assorbenza idrica delle superfici, garantendo nel contempo l’aderenza dello strato successivo. L’impasto deve essere sufficientemente fluido e applicato dal basso verso l’alto a cazzuola, avendo cura di farlo penetrare nei    giunti e nelle fessure 

Arriccio

L'intonaco di fondo o arriccio costituisce il corpo principale del pacchetto, è importante scegliere la granulometria più appropriata per lo spessore da raggiungere. La funzione dello strato intermedio è di realizzare un rivestimento perfettamente complanare, di tenuta idrica e resistenza meccanica. Per questo strato occorre impiegare una minor quantità di legante idraulico e di acqua rispetto al precedente, per garantire una buona compattezza e una scarsa tendenza alla fessurazione. 

Finitura

La finitura o rasatura deve essere sempre applicata su intonaci ruvidi già maturati (circa 1 giorno per ogni millimetro di intonaco applicato), ma non troppo oltre per evitare che non aderisca perfettamente con il corpo dell'intonaco in questo caso è consigliabile l'uso di aggrappanti. La funzione è quella di realizzare finiture esteticamente lisce e omogenee. Anche per questo strato è necessario l’impiego di un minor quantitativo di legante idraulico aumentando il contenuto in calce. Va applicato a rasare e lisciato con frattazzo in senso circolare. Le finiture possono essere distinte a seconda del tipo di inerte da intonachino fino al marmorino dove viene utilizzata la polvere di marmo e una speciale lavorazione superficiale con spatola di acciaio.

Relativamente alla scelta del materiale da utilizzare possiamo dire che la malta da utilizzare per la preparazione dell'intonaco a calce, risente molto della qualità delle sue componenti costitutive ovvero del tipo di calce utilizzata, del tipo di inerte o aggregato e della qualità dell'acqua utilizzata per l'impasto.

La calce....>>>>

L'inerte o aggregato rappresenta la struttura e il corpo della malta ottenuta miscelando calce e acqua, ed è costituito da minerali singoli, frazioni di rocce ecc. Gli antichi ponevano grande attenzione nella selezione degli inerti in termini qualitativi e di purezza:  Vitruvio diceva che le sabbie migliori erano quelle di cava o di fiume che se poste su un telo bianco e poi gettata via non lasciano nel telo residui terrosi. Le sabbie silicee di origine alluvionale e non macinate a diversa granulometria, esenti da sali e da resiudui argillosi sono da preferire. La funzione principale dell’inerte è quella di limitare fessurazioni e fratture causate dal ritiro del legante durante le fasi di presa ed indurimento. La scelta dell’inerte influisce sulle caratteristiche fisiche e meccaniche della malta. Una malta con buona resistenza alla trazione è caratterizzata da una buona aderenza tra aggregato e legante, che dipende dalla tessitura superficiale dell’inerte e dalla quantità d’acqua dell’impasto.

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